La fiera settembrina di Terranuova che si tiene ogni anno il
lunedì successivo alla quarta domenica di settembre è
oggi una delle più importanti della Toscana.
Eppure, per poterla avere, i terranuovesi dovettero sudare le
proverbiali sette camice, già dall'agosto del 1598 il consiglio comunale aveva supplicato
il granduca Ferdinando I, perché si degnasse di concedere
la grazia "che si facessi una fiera l'anno, la prima domenica
fatto il Corpus Domini, et durassi dua giorni seguenti, in tutto
tre giorni", il sovrano addusse una serie di scuse per cui niente fiera.
Si tornò alla carica nel 1601, assicurando che
ci si sarebbe contentati di due giorni soli, ma niente da fare, nel 1607 si chiese se per caso non la si poteva abbinare alla festa
della Madonna di Pernina visto che a "tal devotione ci concorre
molto popolo" la risposta fu sempre no.
Nel 1615 si riuscì
a trovare degli "accosti" il nuovo granduca Cosimo
II non poteva certo rifiutare un favore ai concittadini del suo
compagno di avventure giovanili Concino Concini, allora "maresciallo
d'Ancre" e capo del governo in Francia e fu cosi che finalmente
i terranuovesi ottennero il permesso di far la loro fiera la quarta
domenica di settembre col sabato precedente e il lunedì
seguente.
La scelta del mese di settembre si rivelò a lungo andare
piuttosto azzeccata forse anche perché i "bigoni"
si vendono meglio poco prima della vendemmia e la gente cominciò
a venire da tutte le parti, magari camminando per un giorno o
due, a vendere, a comprare e a divertirsi.
Ben presto l'afflusso
fu tale che il consiglio comunale fu costretto a stanziare appositi
fondi per mantenere la pattuglia in tempo di fiera per
evitare gli scandali e sconcerti che potessero intervenire "nel
gran concorso de' popoli".
Ma per combattere "scandali e sconcerti" si potevano
usare anche medicine spirituali; fu per questo che si moltiplicarono
in quei giorni le sacre funzioni e con l'andar del tempo si ottennero
dal papa le "bolle" del Perdono, che permettevano
di lucrare indulgenze andando a pregare in chiesa.
Che cosa si
poteva trovare un tempo alla fiera di Terranuova?
Secondo testimonianze dei primi anni dell'Ottocento c'erano "bestiami
di ogni specie e in gran quantità, mercerie e manifatture,
vasi vinari, terre cotte di varie specie ed altri oggetti",
mentre i cacciatori vi acquistavano uccelli da richiamo e pania;
non esistevano ancora i luna-park, però ci si divertiva
un mondo, la domenica dopo pranzo a vedere una corsa di cavalli
sciolti e la sera ad assistere allo spettacolo dei "fuochi
di artifizio" in piazza, ma la fiera era anche ed è
tutt'ora una grande occasione di incontro.
Oggi la fiera si svolge tutti gli anni, a chiusura delle Feste del Perdono tipiche del Valdarno, dal week end della quarta domenica di Settembre fino al martedi successivo, ma il clu di tutta la festa è il lunedi mattina con la ricca esposizione di animali e soprattutto all'alba, con la rinomata gara di canto per uccelli da richiamo.
Numerosi sono anche gli stand enogastronomici presenti in cui degustare
varie specialità locali, ma anche quelle provenienti da altre regioni.
Alla Fiera di Terranuova Bracciolini ci si può trovare di tutto, dagli
oggetti d'antiquariato, agli utensili per la casa, abbigliamento,
automobili, oltre a varie mostre ed eventi collaterali, ma l'impronta tipicamente rurale delle sue origini è rimasta indelebile.
Nonostante l'abbandono delle campagne negli anni passati, oggi, forse
anche a causa della crisi economica, si sta riscoprendo sempre di più il
valore della terra e dei suoi prodotti provenienti dalla filiera corta ed
reparto della mostra zootecnica è un grosso fattore di richiamo per i
bambini che purtroppo non sono più abituati a vedere dal vivo neanche
gli animali da cortile.
Il programma completo lo trovate qui: http://www.comune.terranuova-bracciolini.ar.it/